di Duerrevi Productions
La rock band milanese Ritmo
Tribale ha rappresentato il “gotha” della musica italiana indipendente
nell’ultimo decennio dello scorso secolo.
Il debutto su
vinile avvenne nel 1988 con l’album “Bocca chiusa”, disco dalle chiare influenze
punk ed hardcore ma anche con una decisa propensione alla melodia. La
formazione è composta da “Alex” Marcheschi ed Alessandro Zerilli a comporre la
base ritmica (batteria e basso), mentre i due chitarristi sono rispettivamente
Fabrizio Rioda ed Andrea Scaglia, con quest’ultimo a ricoprire anche il ruolo
di vocalist. L’altro cantante, l’istrionico Stefano “Edda” Rampoldi, viene
inserito nel booklet come ospite, in quanto non ancora considerato un membro
effettivo della band. E’ con il lavoro successivo, intitolato “Kriminale”, che
Edda diventa a tutti gli effetti un “Tribale”, e con lui anche Andrea Filipazzi
detto “Briegel” (per la somiglianza con il calciatore tedesco), che prende il
posto al basso lasciato vacante da “Ale Zero”. “Kriminale” è un album nel
quale la selvaggia e “tirata” matrice punk si alterna a delle ballate
decisamente più melodiche . Edda (rientrato a Milano dopo una parentesi Hare
Krishna londinese), usa la propria voce (acuta e leggermente nasale) in maniera
sbalorditiva per originalità, smorzando le consonanti ed allungando le vocali,
quasi fosse un difetto di pronuncia.
Sulla
copertina viene immortalato un ragazzino che si aggira sulle macerie del centro
sociale Leoncavallo. “Questo disco è dedicato al Leoncavallo e a chi vorrebbe
distruggerlo”, si legge sul retro di copertina. L’album si apre con qualche
timida nota di pianoforte prima che le chitarre di Rioda e Scaglia scatenino
l’inferno…
Nel 1991 viene dato alle
stampe un mini LP di sole quattro canzoni intitolato semplicemente “Ritmo
Tribale” che precede di un anno l’uscita di “Tutti Vs. Tutti”.
Dopo aver suonato due pezzi
in “Kriminale” entra con questi due lavori a far parte a tutti gli effetti
della “line-up” della band in qualità di tastierista Luca “Talìa” Accardi . Il
soprannome Talìa deriva da un’esclamazione siciliana (terra d’origine di Luca)
che significa “guarda” e che il tastierista usava smisuratamente…
Il mini LP “Ritmo Tribale” è
un prodotto decisamente coraggioso e sperimentale, mentre “Tutti Vs. Tutti”
viene considerato dalla band un album di transizione, visto che a causa di
problemi di produzione il disco ha un suono differente rispetto a ciò che i
“Tribali” avrebbero voluto. Rimane tuttavia uno dei lavori più amati in
assoluto dai fans…
Nel frattempo
anche le major (intese come le principali case discografiche) si erano
interessate al fenomeno sempre più crescente della cosiddetta “musica
alternativa”, creando al loro interno delle sottoetichette che dovevano
occuparsi esclusivamente di questo ambito. Inizialmente, con l’avvento delle
major in questo mercato discografico, aumentarono la visibilità, le vendite,
l’attenzione dei media e l’affluenza del pubblico ai concerti delle band
“titolari” di questo “sottogenere” musicale. Purtroppo la realtà dei fatti fu
invece ben diversa, visto che molto presto (nel giro di qualche anno) le major
abbandonarono questo settore, lasciando i musicisti senza contratti
discografici.
Ma questa è un’altra storia…
Con
la formazione ormai stabilizzata a sei elementi i Ritmo Tribale danno alla luce
due LP (sotto etichetta Black Out/Polygram) destinati a rimanere dei veri e
propri punti di riferimento nel panorama della musica alternativa italiana:
Mantra (1994) che contiene una versione rivisitata di “Ma il cielo è sempre più
blu” di Rino Gaetano e Psycorsonica (1995).
Sono anni nei quali i “Ritmo” macinano migliaia di chilometri a bordo
del loro pullmino (che hanno chiamato “Baffone”) che li porta in tour in ogni
angolo della penisola. Il numero dei loro concerti è impressionante, come lo è
l’affluenza del pubblico agli stessi, con date sold-out da diecimila spettatori,
la metà dei quali che conoscono a memoria e cantano le loro canzoni. Memorabile una data al Leoncavallo (che omentaneamente si era spostato in Via Salomone) con i Doctor & the Medics
(proprio quelli di “Spirit in the sky”) a fare da “apripista” e tremila
spettatori dentro al centro sociale e duemila fuori . Le strade attorno erano
così piene che c’erano perfino i pullman dell’ATM bloccati…
Se era finalmente arrivato l’atteso riscontro da parte del pubblico, fin
dall’inizio non era mai venuta meno l’ammirazione e la stima da parte di
colleghi ed addetti ai lavori nei confronti dei Ritmo Tribale, soprattutto per
la loro coerenza.
Ma
un “terremoto” era dietro l’angolo. A metà del tour di “Psycorsonica” Edda (che
in realtà è il nome della madre di Stefano Rampoldi) abbandona il gruppo. La sua tossicodipendenza da eroina, che già
aveva messo in seria discussione la realizzazione dell’album, va a minare il
suo equilibrio al punto di impedirgli di fare la cosa che gli viene più
naturale: salire su un palco e cantare!
La notizia della fuoriuscita di Edda dai Ritmo Tribale
non venne presa bene né dalla casa discografica che ben presto voltò le spalle
alla band né da una parte dei fans. Quest’ultimi ritenevano che senza quel
cantante dai capelli lunghissimi che spesso si presentava sul palco indossando
un gonnellino, strillando e contorcendosi in maniera quasi “primordiale”, i
Ritmo Tribale non avessero più nulla da dire… La band decise invece di andare
avanti. Dopo la realizzazione di uno spot sulla CocaCola ed il tentativo
fallito di un album live, i “Tribali superstiti” decisero di entrare in studio
per “musicare” i testi che Andrea Scaglia aveva nel frattempo scritto. La band
evitò di registrare il disco al Jungle Studio Station di proprietà di Rioda
preferendo l’isolamento, quasi a volersi allontanare da tutte le avversità
dell’ultimo periodo. A Scaglia venne in mente una vignetta nella quale
Paperino, che non voleva essere trovato, appese un cartello con la scritta: ”Sono alle Bahamas!”.
“Bahamas” venne registrato in uno studio di registrazione improvvisato
nei pressi di Castrocaro Terme, vicino a Forlì. Si trattava di una cascina
fatiscente che veniva utilizzata solo saltuariamente da un ragazzo che
produceva miele e dipingeva quadri. Visto che l’attrezzatura del Logic Studio
era in deposito per un cambio di sede, venne prelevata (insieme a parte
dell’attrezzatura del Jungle), caricata su una specie di trattore e trasportata
a Castrocaro. Qui vennero creati degli allacciamenti volanti di corrente,
piantate delle puntazze per la messa a terra, abbattuto un muro per far passare
il trattore, bucati i pavimenti per cablare regia e sala ed infine vennero
allontanati i carabinieri intervenuti per capire cosa stava succedendo… Quando
pioveva le attrezzature venivano velocemente staccate e una dozzina di grosse
pentole venivano posizionate nei punti in cui “pioveva dentro”… Furono trenta
giorni di musica senza interruzioni, a parte qualche passeggiata mattutina fino
ad un fiume dove si faceva meditazione e qualche scorribanda notturna a Rimini
o Riccione. “Bahamas”, uscito nel 1999 per l’etichetta Edel, è un album più
lento e melodico dei precedenti, con testi (di Scaglia) introspettivi e spesso
“criptati”.
Non è un disco che si rivela al prima ascolto, e può
anche spiazzare per la diversità rispetto ai lavori precedenti. Tuttavia, per
chi ha avuto la pazienza di ascoltarlo entrando nella nuova ottica della band,
si è rivelato per quello che è veramente: un capolavoro assoluto, probabilmente
il lavoro più maturo del gruppo milanese. Nell’album le chitarre di Rioda e
Scaglia si intrecciano alla perfezione con una base ritmica sempre pulsante e
vivace, con un grandissimo lavoro di “Talia” Accardi capace di abbinare nuovi
suoni elettronici alla matrice rock della band. I Ritmo Tribale erano riusciti
a cambiare pelle mantenendo inalterato il loro spirito e la loro proverbiale
coerenza.
Dieci brani , se si escludono i vari bonus track Cuore
nero, (forse il brano più “puramente” rock dell’intero album), Iniettami e
Senza limiti .
Le
danze si aprono con 2000, il cui testo traccia un fedele ritratto della cinica
civiltà del 2000. L’inizio lento di Lumina introduce un desiderio di
cambiamento :”…LA LUCE FILTRA DALLE MIE FINESTRE COME SE VOLESSE ATTRAVERSARE I
MIEI PENSIERI…”. La terza traccia, ( uscita anche come singolo) è un inno alla
Musica nel quale parti elettroniche e voci filtrate si fondono alla perfezione
con le chitarre di Rioda e Scaglia. E’ poi la volta della sofferta Dipendenza,
“…COL TUO CIELO DI RIGHE NERE, MANTELLO ROSSO MA FINO A META’, ANONIMA COME SE
FOSSE FINTA, TU SEI QUELLO CHE NON MI MANCA…”. Si passa poi alla dimensione
quasi “eterea” dello struggente Il centro, “…SI SCIOGLIE COME NEVE MA RESTA
NASCOSTA LA DOLCISSIMA IMPRESSIONE DI AVERTI VISSUTA GIA’ SOSPIRA E RACCOGLI …”.
Il brano successivo intitolato Violento è forse il pezzo più “vicino”
agli album precedenti . Diamante è invece una canzone elettroacustica di grande
impatto emotivo. Nonostante “…IL FUOCO E’ SPENTO E LE CENERI ORAMAI SPENTE…” i
ricordi mai sopiti riaffiorano rendendoci duri come un diamante.
Nella bellissima Meno nove gli
echi di fondo vengono d’improvviso sovrastati dalle chitarre distorte.
“…SPIEGAMI COME SI FA A RAGGIUNGERE LA VETTA FINALE SVELAMI IL SEGRETO CHE DA L’ASSOLUTA
IMPERMEABILITA’ ANCHE SE FA MALE…”. Convalescenza “gioca” sul contrasto tra
passaggi malinconici ed acustici alternati a momenti decisamente più “acidi”.
Il testo è incentrato su quel momento in cui un rapporto entra in crisi e porta
ad uno stato di “convalescenza”… L’album si conclude con la “title track”,
inteso come un luogo metafisico situato in un angolo della mente, canzone
musicalmente basata su un “tappeto antico” formato da moog e sintetizzatori a
contrastare le chitarre dissonanti.
Bahamas doveva essere il primo album di un “nuovo inizio”, rimase invece
un lavoro poco capito e molto sottovalutato. Divenne così tristemente il disco
dell’addio. A nostro modo di vedere tuttavia mai commiato poteva essere
migliore …
“Su le mani se vi è piaciuto!” era l’invito
rivolto da Andrea Scaglia ai propri fans al termine di ogni esibizione live
della band milanese . E noi, che di concerti dei Ritmo Tribale ne abbiamo
“vissuti” parecchi, mai al termine di una loro performance abbiamo visto mani
abbassate…
Ci
sia consentito ora di fare uno strappo alle regole di MCM , aggiornandovi su
cosa fanno i “Tribali” oggi, quindi nel nuovo millennio.
Stefano Rampoldi alias
Edda ha vinto la sua dura battaglia contro la dipendenza da eroina. Dopo aver
lavorato per qualche anno come montatore di ponteggi per l’edilizia è tornato a
fare il musicista a tempo pieno. Come solista ha pubblicato quattro album :
Semper biot (2009), Odio i vivi (2012), Stavolta come mi ammazzerai? (2014) e
Graziosa utopia (2017). Andrea Scaglia fa ora il giornalista, Fabrizio Rioda ha
aperto il ristorante “Birra & polpette” in viale Bligny a Milano. “Briegel”
è un avvocato mentre Alex Marcheschi fa lo psicologo e l’insegnante . Luca
“Talia” Accardi dopo aver gestito per alcuni anni l’edicola di famiglia fa ora
il tatuatore presso il Quetzal tattoo di viale Sabotino a Milano. Nel 2010 è
uscito “Milano original soundtrack” album di debutto dei NoGuru, band formata
dagli ex Tribali Scaglia, Marcheschi, “Briegel” e “Talia” ai quali si sono
affiancati il virtuosissimo chitarrista italo-basco Xavier Iriondo Gemmi (già
con gli Afterhours) e Bruno Romani (sax alto e flauto traverso).
Il 24 Aprile 2017 i Ritmo
Tribale dell’ultima formazione (con Rioda alla chitarra) hanno riproposto
l’intero album “Bahamas” sul palco del Centrale Rock di Erba. A questo evento
live ne sono succeduti altri, mentre nel 2018 hanno pubblicato i singoli “Le
cose succedono” e “La rivoluzione del giorno prima”, anticipazioni di un nuovo
progetto. Come si suol dire, se son rose fioriranno…
Alcuni spunti per la stesura
di questo articolo sono stati estratti dal libro “UOMINI - I Ritmo Tribale,
Edda e la scena musicale milanese” di Elisa Russo pubblicato da Odoya nel 2014
e da alcuni post su Facebook di Fabrizio Rioda.
La firma sotto questo
articolo è quella della Duerrevi Productions, dove le due R sono quelle di
Roberto Rizzetto, mentre le due V sono quelle di Vincenzo Visentin. Entrambi
facenti parte dello sciame MCM, con il logo Duerrevi Productions hanno scritto
diretto ed interpretato la commedia teatrale (o spettacolo musicale, scegliete Voi)
intitolata “La leggenda del Sant’Angelo Bernabeu”. Presso il Cineteatro
Sant’Angelo di Via Garibaldi 47 a Lentate sul Seveso (MB), intorno alle ore
21,00 del 5 Febbraio 2019 porteranno in scena la loro seconda fatica teatrale,
il cui titolo è: L’airone, il pirata e l’aviatore.
Stay tuned…
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