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domenica 19 maggio 2019

TRIBALI ALLE BAHAMAS

di Duerrevi Productions


La rock band milanese Ritmo Tribale ha rappresentato il “gotha” della musica italiana indipendente nell’ultimo decennio dello scorso secolo.                            
Il debutto su vinile avvenne nel 1988 con l’album “Bocca chiusa”, disco dalle chiare influenze punk ed hardcore ma anche con una decisa propensione alla melodia. La formazione è composta da “Alex” Marcheschi ed Alessandro Zerilli a comporre la base ritmica (batteria e basso), mentre i due chitarristi sono rispettivamente Fabrizio Rioda ed Andrea Scaglia, con quest’ultimo a ricoprire anche il ruolo di vocalist. L’altro cantante, l’istrionico Stefano “Edda” Rampoldi, viene inserito nel booklet come ospite, in quanto non ancora considerato un membro effettivo della band. E’ con il lavoro successivo, intitolato “Kriminale”, che Edda diventa a tutti gli effetti un “Tribale”, e con lui anche Andrea Filipazzi detto “Briegel” (per la somiglianza con il calciatore tedesco), che prende il posto al basso lasciato vacante da “Ale Zero”.                                   “Kriminale” è un album nel quale la selvaggia e “tirata” matrice punk si alterna a delle ballate decisamente più melodiche . Edda (rientrato a Milano dopo una parentesi Hare Krishna londinese), usa la propria voce (acuta e leggermente nasale) in maniera sbalorditiva per originalità, smorzando le consonanti ed allungando le vocali, quasi fosse un difetto di pronuncia.                                 
Sulla copertina viene immortalato un ragazzino che si aggira sulle macerie del centro sociale Leoncavallo. “Questo disco è dedicato al Leoncavallo e a chi vorrebbe distruggerlo”, si legge sul retro di copertina. L’album si apre con qualche timida nota di pianoforte prima che le chitarre di Rioda e Scaglia scatenino l’inferno…                                                                                 

Nel 1991 viene dato alle stampe un mini LP di sole quattro canzoni intitolato semplicemente “Ritmo Tribale” che precede di un anno l’uscita di “Tutti Vs. Tutti”.
Dopo aver suonato due pezzi in “Kriminale” entra con questi due lavori a far parte a tutti gli effetti della “line-up” della band in qualità di tastierista Luca “Talìa” Accardi . Il soprannome Talìa deriva da un’esclamazione siciliana (terra d’origine di Luca) che significa “guarda” e che il tastierista usava smisuratamente…                                                                                     
Il mini LP “Ritmo Tribale” è un prodotto decisamente coraggioso e sperimentale, mentre “Tutti Vs. Tutti” viene considerato dalla band un album di transizione, visto che a causa di problemi di produzione il disco ha un suono differente rispetto a ciò che i “Tribali” avrebbero voluto. Rimane tuttavia uno dei lavori più amati in assoluto dai fans…                                                          
Nel frattempo anche le major (intese come le principali case discografiche) si erano interessate al fenomeno sempre più crescente della cosiddetta “musica alternativa”, creando al loro interno delle sottoetichette che dovevano occuparsi esclusivamente di questo ambito. Inizialmente, con l’avvento delle major in questo mercato discografico, aumentarono la visibilità, le vendite, l’attenzione dei media e l’affluenza del pubblico ai concerti delle band “titolari” di questo “sottogenere” musicale. Purtroppo la realtà dei fatti fu invece ben diversa, visto che molto presto (nel giro di qualche anno) le major abbandonarono questo settore, lasciando i musicisti senza contratti discografici.
Ma questa è un’altra storia…                                                                                       
Con la formazione ormai stabilizzata a sei elementi i Ritmo Tribale danno alla luce due LP (sotto etichetta Black Out/Polygram) destinati a rimanere dei veri e propri punti di riferimento nel panorama della musica alternativa italiana: Mantra (1994) che contiene una versione rivisitata di “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano e Psycorsonica (1995).                                               
Sono anni nei quali i “Ritmo” macinano migliaia di chilometri a bordo del loro pullmino (che hanno chiamato “Baffone”) che li porta in tour in ogni angolo della penisola. Il numero dei loro concerti è impressionante, come lo è l’affluenza del pubblico agli stessi, con date sold-out da diecimila spettatori, la metà dei quali che conoscono a memoria e cantano le loro canzoni.   Memorabile una data al Leoncavallo (che omentaneamente si era spostato in Via Salomone) con i Doctor & the Medics (proprio quelli di “Spirit in the sky”) a fare da “apripista” e tremila spettatori dentro al centro sociale e duemila fuori . Le strade attorno erano così piene che c’erano perfino i pullman dell’ATM bloccati…                                                                                                         Se era finalmente arrivato l’atteso riscontro da parte del pubblico, fin dall’inizio non era mai venuta meno l’ammirazione e la stima da parte di colleghi ed addetti ai lavori nei confronti dei Ritmo Tribale, soprattutto per la loro coerenza.                                                                                                   
Ma un “terremoto” era dietro l’angolo. A metà del tour di “Psycorsonica” Edda (che in realtà è il nome della madre di Stefano Rampoldi) abbandona il gruppo.    La sua tossicodipendenza da eroina, che già aveva messo in seria discussione la realizzazione dell’album, va a minare il suo equilibrio al punto di impedirgli di fare la cosa che gli viene più naturale: salire su un palco e cantare!              
La notizia della fuoriuscita di Edda dai Ritmo Tribale non venne presa bene né dalla casa discografica che ben presto voltò le spalle alla band né da una parte dei fans. Quest’ultimi ritenevano che senza quel cantante dai capelli lunghissimi che spesso si presentava sul palco indossando un gonnellino, strillando e contorcendosi in maniera quasi “primordiale”, i Ritmo Tribale non avessero più nulla da dire… La band decise invece di andare avanti. Dopo la realizzazione di uno spot sulla CocaCola ed il tentativo fallito di un album live, i “Tribali superstiti” decisero di entrare in studio per “musicare” i testi che Andrea Scaglia aveva nel frattempo scritto. La band evitò di registrare il disco al Jungle Studio Station di proprietà di Rioda preferendo l’isolamento, quasi a volersi allontanare da tutte le avversità dell’ultimo periodo. A Scaglia venne in mente una vignetta nella quale Paperino, che non voleva essere trovato, appese un cartello con la scritta: ”Sono alle  Bahamas!”.                    
“Bahamas” venne registrato in uno studio di registrazione improvvisato nei pressi di Castrocaro Terme, vicino a Forlì. Si trattava di una cascina fatiscente che veniva utilizzata solo saltuariamente da un ragazzo che produceva miele e dipingeva quadri. Visto che l’attrezzatura del Logic Studio era in deposito per un cambio di sede, venne prelevata (insieme a parte dell’attrezzatura del Jungle), caricata su una specie di trattore e trasportata a Castrocaro. Qui vennero creati degli allacciamenti volanti di corrente, piantate delle puntazze per la messa a terra, abbattuto un muro per far passare il trattore, bucati i pavimenti per cablare regia e sala ed infine vennero allontanati i carabinieri intervenuti per capire cosa stava succedendo… Quando pioveva le attrezzature venivano velocemente staccate e una dozzina di grosse pentole venivano posizionate nei punti in cui “pioveva dentro”… Furono trenta giorni di musica senza interruzioni, a parte qualche passeggiata mattutina fino ad un fiume dove si faceva meditazione e qualche scorribanda notturna a Rimini o Riccione. “Bahamas”, uscito nel 1999 per l’etichetta Edel, è un album più lento e melodico dei precedenti, con testi (di Scaglia) introspettivi e spesso “criptati”.               
Non è un disco che si rivela al prima ascolto, e può anche spiazzare per la diversità rispetto ai lavori precedenti. Tuttavia, per chi ha avuto la pazienza di ascoltarlo entrando nella nuova ottica della band, si è rivelato per quello che è veramente: un capolavoro assoluto, probabilmente il lavoro più maturo del gruppo milanese. Nell’album le chitarre di Rioda e Scaglia si intrecciano alla perfezione con una base ritmica sempre pulsante e vivace, con un grandissimo lavoro di “Talia” Accardi capace di abbinare nuovi suoni elettronici alla matrice rock della band. I Ritmo Tribale erano riusciti a cambiare pelle mantenendo inalterato il loro spirito e la loro proverbiale coerenza.                                                                                           
Dieci brani , se si escludono i vari bonus track Cuore nero, (forse il brano più “puramente” rock dell’intero album), Iniettami e Senza limiti .                    
Le danze si aprono con 2000, il cui testo traccia un fedele ritratto della cinica civiltà del 2000. L’inizio lento di Lumina introduce un desiderio di cambiamento :”…LA LUCE FILTRA DALLE MIE FINESTRE COME SE VOLESSE ATTRAVERSARE I MIEI PENSIERI…”. La terza traccia, ( uscita anche come singolo) è un inno alla Musica nel quale parti elettroniche e voci filtrate si fondono alla perfezione con le chitarre di Rioda e Scaglia. E’ poi la volta della sofferta Dipendenza, “…COL TUO CIELO DI RIGHE NERE, MANTELLO ROSSO MA FINO A META’, ANONIMA COME SE FOSSE FINTA, TU SEI QUELLO CHE NON MI MANCA…”. Si passa poi alla dimensione quasi “eterea” dello struggente Il centro, “…SI SCIOGLIE COME NEVE MA RESTA NASCOSTA LA DOLCISSIMA IMPRESSIONE DI AVERTI VISSUTA GIA’   SOSPIRA E RACCOGLI   …”.             
Il brano successivo intitolato Violento è forse il pezzo più “vicino” agli album precedenti . Diamante è invece una canzone elettroacustica di grande impatto emotivo. Nonostante “…IL FUOCO E’ SPENTO E LE CENERI ORAMAI SPENTE…” i ricordi mai sopiti riaffiorano rendendoci duri come un diamante.                
Nella bellissima Meno nove gli echi di fondo vengono d’improvviso sovrastati dalle chitarre distorte. “…SPIEGAMI COME SI FA A RAGGIUNGERE LA VETTA FINALE  SVELAMI IL SEGRETO CHE DA L’ASSOLUTA IMPERMEABILITA’ ANCHE SE FA MALE…”. Convalescenza “gioca” sul contrasto tra passaggi malinconici ed acustici alternati a momenti decisamente più “acidi”. Il testo è incentrato su quel momento in cui un rapporto entra in crisi e porta ad uno stato di “convalescenza”… L’album si conclude con la “title track”, inteso come un luogo metafisico situato in un angolo della mente, canzone musicalmente basata su un “tappeto antico” formato da moog e sintetizzatori a contrastare le chitarre dissonanti.                                                                                           
Bahamas doveva essere il primo album di un “nuovo inizio”, rimase invece un lavoro poco capito e molto sottovalutato. Divenne così tristemente il disco dell’addio. A nostro modo di vedere tuttavia mai commiato poteva essere migliore …                                                                                              
 “Su le mani se vi è piaciuto!” era l’invito rivolto da Andrea Scaglia ai propri fans al termine di ogni esibizione live della band milanese . E noi, che di concerti dei Ritmo Tribale ne abbiamo “vissuti” parecchi, mai al termine di una loro performance abbiamo visto mani abbassate…                                          
Ci sia consentito ora di fare uno strappo alle regole di MCM , aggiornandovi su cosa fanno i “Tribali” oggi, quindi nel nuovo millennio.                                       
Stefano Rampoldi alias Edda ha vinto la sua dura battaglia contro la dipendenza da eroina. Dopo aver lavorato per qualche anno come montatore di ponteggi per l’edilizia è tornato a fare il musicista a tempo pieno. Come solista ha pubblicato quattro album : Semper biot (2009), Odio i vivi (2012), Stavolta come mi ammazzerai? (2014) e Graziosa utopia (2017). Andrea Scaglia fa ora il giornalista, Fabrizio Rioda ha aperto il ristorante “Birra & polpette” in viale Bligny a Milano. “Briegel” è un avvocato mentre Alex Marcheschi fa lo psicologo e l’insegnante . Luca “Talia” Accardi dopo aver gestito per alcuni anni l’edicola di famiglia fa ora il tatuatore presso il Quetzal tattoo di viale Sabotino a Milano. Nel 2010 è uscito “Milano original soundtrack” album di debutto dei NoGuru, band formata dagli ex Tribali Scaglia, Marcheschi, “Briegel” e “Talia” ai quali si sono affiancati il virtuosissimo chitarrista italo-basco Xavier Iriondo Gemmi (già con gli Afterhours) e Bruno Romani (sax alto e flauto traverso).                     
Il 24 Aprile 2017 i Ritmo Tribale dell’ultima formazione (con Rioda alla chitarra) hanno riproposto l’intero album “Bahamas” sul palco del Centrale Rock di Erba. A questo evento live ne sono succeduti altri, mentre nel 2018 hanno pubblicato i singoli “Le cose succedono” e “La rivoluzione del giorno prima”, anticipazioni di un nuovo progetto. Come si suol dire, se son rose fioriranno…                              
Alcuni spunti per la stesura di questo articolo sono stati estratti dal libro “UOMINI - I Ritmo Tribale, Edda e la scena musicale milanese” di Elisa Russo pubblicato da Odoya nel 2014 e da alcuni post su Facebook di Fabrizio Rioda.
La firma sotto questo articolo è quella della Duerrevi Productions, dove le due R sono quelle di Roberto Rizzetto, mentre le due V sono quelle di Vincenzo Visentin. Entrambi facenti parte dello sciame MCM, con il logo Duerrevi Productions hanno scritto diretto ed interpretato la commedia teatrale (o spettacolo musicale, scegliete Voi) intitolata “La leggenda del Sant’Angelo Bernabeu”. Presso il Cineteatro Sant’Angelo di Via Garibaldi 47 a Lentate sul Seveso (MB), intorno alle ore 21,00 del 5 Febbraio 2019 porteranno in scena la loro seconda fatica teatrale, il cui titolo è: L’airone, il pirata e l’aviatore.                                                    
Stay tuned…

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