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domenica 19 maggio 2019

FRANCESCO NUTI, E VENGO DA LONTANO

di Vincenzo Visentin




Nel Novembre del 1988 vengo chiamato a svolgere il servizio militare presso la Caserma Piave ad Orvieto nei Granatieri di Sardegna. Ci voleva un po' di altezza, almeno mt. 1.80 di statura,  per poter essere così un soldato che ha come incarico guardie d'onore e di rappresentanza. Statura che per i giovani d'oggi è quasi una normalità. Al termine del mese di preparazione alla cerimonia del Giuramento, mi convocano i superiori e mi propongono l'incarico di istruttore per gli scaglioni di giovani leve che si susseguono ogni mese presso la caserma. “Ma sei pazzo?” mi dicono gli amici di naja. Siamo destinati a Roma, capisci...  La città eterna di una bellezza che non si può descrivere! E poi bellissime ragazze. Gnocca a volontà!!!! Non accetto l'incarico di istruttore ( col senno di poi sbagliando, Orvieto era la mia città ideale: cibo buono e gente per bene, ma questa è un'altra storia!) e parto per Roma. La caserma si trova in Via Tiburtina, leggermente in periferia ( ma quanto grande è la periferia a Roma!) e per recarsi in centro bisogna prendere l'autobus n.70 che ha come capolinea Piazza San Silvestro a due passi da Piazza di Spagna. L'autobus attraversa anche Piazza Barberini. Ecco che lo vedo, il cinema di Piazza Barberini!! Il cartellone all'esterno, Francesco Nuti in "Caruso Pascosky di padre polacco". Indico ai miei commilitoni il cartellone illuminato a giorno e quelli, con mio stupore,  mi rispondono in coro: “Ma chi è?”  Ma come? Non lo sapete del Nuti, il comico toscano di una comicità melanconica. Ho sempre avuto un debole per Francesco. Il vero successo era arrivato. Aveva indovinato i film sul gioco del bigliardo con " Io Chiara e lo Scuro " e successivamente passando alla regia con " Casablanca Casablanca ". E poi i film in coppia con Ornella Muti ( Nuti/ Muti suona perfetto) da  "Tutta colpa del Paradiso” un film pieno di musica e d'amore a “Stregati"  film dedicato alla notte e all'amore e siccome c'è la musica blues, possiamo dire che questo è un film blues. Non dimentichiamo le sue opere prime come "Madonna che silenzio c'è stasera" o "Son Contento" che vengono accolti da pubblico e critica in maniera decente. Ora dopo due anni era ritornato con questo film dal titolo parecchio insolito. Siamo a Dicembre di quel 1988. Il film verrà proiettato in quel cinema di Piazza Barberini fino a Maggio dell'anno successivo. "La prossima volta che passiamo da qui scendiamo ed entriamo in quel cinema, il biglietto ve lo pago io, ma dovete essere sinceri con me, se il film vi piace mi restituite il tutto!" Accettarono in quattro! Il giorno della visione li guardavo ridere fino alle lacrime seduti sulle loro poltroncine. Avevo vinto la mia scommessa, ma non avevo alcun dubbio. Sono tornato ancora in quella sala di quel cinema almeno altre tre volte, rigorosamente solo, vivendo una felicità fisica tutte le volte. Poi Francesco ha continuato come autore interprete e regista con   "Willy Signori e vengo da lontano" un film sul destino che ti entra come un ladro nella vita e la sconvolge e poi " Donne con le gonne" film un po' criticato soprattutto dalle femministe, fino ad arrivare a "OcchioPinocchio" che Francesco definisce il suo capolavoro. Ma il burattino, un po' disarticolato, non gli porta fortuna. Il film sfora i costi di realizzazione ed incassa molto poco. La fortuna gira le spalle al comico toscano che cade sempre più nella depressione. Si inventa il film "Il Signor QuindiciPalle" e con questa storia chiude la trilogia sul gioco del bigliardo, ma con "Io amo Andrea" e "Caruso zero in condotta" viene drasticamente bocciato dalla critica e lentamente dimenticato. Ad oggi, Francesco,  a causa di un grave incidente domestico ha una salute un po' precaria ma ha pronto una sceneggiatura inedita per farne (chissà in futuro)  un nuovo film. Gli è stato chiesto: “Francesco come va?” "Ora non mi lamento, sto pagando il mio conto con il destino. Se la vita sarà lunga, sarà lunga anche la mia storia"
Per saperne di più si consiglia la lettura del libro "Sono un bravo ragazzo" Andata, caduta e ritorno. Di Francesco Nuti.


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