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domenica 19 maggio 2019

GLI ALTRI ... "SCARAFAGGI"

di Roberto Rizzetto

(Pete Best)

Nelle mie precedenti pubblicazioni per MCM ho riposto la mia attenzione su cartoni animati, serie TV e varietà televisivi, videogames, libri e fumetti che, in qualche modo, mi avevano emozionato, e le mie recensioni altro non erano che un tentativo di condividere con i lettori le emozioni provate.  
                            
Nel prossimo contributo intendo invece raccontare una storia sconosciuta ai più, ma che a mio avviso vale la pena di essere ricordata. E’ la storia di due musicisti, i cui nomi sono Randolph Peter Best detto “Pete” e Stuart Fergusson Victor Sutcliffe detto “Stu”. Il loro destino è stato rispettivamente beffardo e crudele, mentre ad accomunarli è stata la loro (breve) appartenenza al gruppo musicale più famoso del mondo : i Beatles!      
                                                                 
Pensando al quartetto di Liverpool i nomi che vengono subito alla mente sono quelli di John Lennon, Ringo Starr, Paul McCartney e George Harrison, immortalati in quest’ordine mentre attraversano Abbey Road nella famosa foto di copertina dell’album omonimo. Tuttavia, tralasciando turnisti e collaboratori (anche se Billy Preston, musicista di matrice jazz-blues che collaborò con gli “scarafaggi” in alcuni brani dell’album “Let it be” merita almeno una menzione), è sbagliato credere che i quattro artisti sopracitati siano stati gli unici membri della band inglese. 

Pete Best è stato infatti il primo batterista del “Fab Four” prima che diventassero famosi. Nell’estate del 1960 i Beatles con Pete alla batteria partirono per una tournèe in terra tedesca, dove Best ebbe modo di mettere in mostra il proprio stile particolare, (oltre all’abilità nel fare breccia nel cuore delle ammiratrici). Tuttavia Pete non legò mai completamente con gli altri membri della band, anche perchè si rifiutò di vestirsi e tagliarsi i capelli come loro. E così, il 6 giugno 1962, quando i Beatles furono convocati negli studi di registrazione della EMI ad Abbey Road il produttore George Martin pretese la sostituzione del batterista. Best non la prese per niente bene, ma anche all’interno dell’entourage dei Beatles il licenziamento del batterista causò non pochi grattacapi. Neil Aspinall, storico road manager della band e grande amico di Pete, all’inizio si rifiutò di montare e smontare la batteria del nuovo arrivato Ringo Starr ed anche parecchi fan si mostrarono contrariati per la sostituzione.                                                       
Pete Best venne poi inserito nel gruppo “Lee Curtis & The All Stars” e successivamente fondò i “Pete Best Four” e poi i “Pete Best Combo”, senza mai ottenere tuttavia il successo sperato e mancato per un soffio qualche anno prima. Il 19 aprile 2016 si esibì anche in Italia, più precisamente al “Le Roi” di Torino. Pare che, dopo la pubblicazione di alcuni brani che lo vedevano alla batteria racchiusi nell’album “Anthology 1”, Best ricevette una cospicua somma di denaro, quasi un risarcimento per il licenziamento subito oltre trent’anni prima… 
                                                                                                         
Stuart Sutcliffe invece fu il bassista dei Beatles dal 1960 al 1961.                    
La famiglia Sutcliffe , proveniente da Edimburgo, si trasferì a Huyton, nella zona periferica di Liverpool quando “Stu” aveva soltanto tre anni. Fu all’istituto d’arte di Liverpool che Stuart conobbe il coetaneo John Lennon. Da lì all’approdo nei Beatles il passo fu breve. Tra l’altro pare che la scelta del nome del gruppo sia da accreditare proprio a Sutcliffe, che non era tuttavia un bassista particolarmente dotato, tanto che il resto della band gli suggerì di suonare dando le spalle al pubblico, mascherando così gli evidenti limiti tecnici. Stuart era invece un pittore di grande talento e così nel 61, anziché rientrare dalla tournèe tedesca, decise di rimanere ad Amburgo per continuare i propri studi artistici ma soprattutto per amore della fotografa e stilista tedesca Astrid Kirchherr. Sutcliff morì nel 1962, a soli 22 anni nell’ambulanza che lo stava conducendo all’ospedale a causa di una paralisi cerebrale dovuta ad un’emorragia nel ventricolo destro del cervello. Durante un successivo esame autoptico venne stabilito che nel cervello di Stuart si stava sviluppando un tumore originato da una frattura al cranio. Si dice che tale frattura potrebbe essere stata causata da un pestaggio subito da una banda di Teddy Boys anni prima. Lennon volle ricordare l’amico ritraendolo nella copertina dell’album “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” del 1967.


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